Felipetto Anderson diventerà quel famoso vecchio ritornello che nessuno canta più, o forse lo canterò ancora io e qualcun altro con me che ieri ha vissuto quell’antica separazione alla Nesta.

Rimane impossibile però, il pensiero che un giocatore giovane possa terminare la carriera là dove l’ha cominciata. A dire il vero allora Pipe sarebbe rimasto nel Santos, ma non cerchiamo sempre il pelo nell’uovo, anche perché a trovarlo davvero, bleah, che impressione!

A chi tocca nun se ‘ngrugna: prima o poi il momento dei saluti arriva per tutti, vuoi che cambino maglia, vuoi che appendano gli scarpini al chiodo.

Abbiamo imparato un’amara verità, tutti hanno un procuratore e tutti i procuratori hanno un prezzo.

La patenza di Felipe, ha dato il via a frasi deliranti, elucubrazioni mentali, da chi piangeva lacrimoni, a quelli che esultavano, finendo a quelli che spulciavano nei conti della Lazio per portare alla luce chissà quale “losco” affare.

Lasciando da parte il fattore emotivo, l’addio di Anderson mi preoccupa per il reinvestimento. Ora dunque si aprono due scenari; o il vero top player, o operazioni “fantasma” , rivedere Keita, Neto e Jordaö.

Inizia il totonome, Papu Gomez su tutti. Sarebbe un bel colpo? Diciamo che la candidatura dell’argentino va avanti da anni, tanto che mentre noi aspettavamo, Papu invecchiava. Giovinezza brasiliana e “funambolismo” da una parte, “continuità”, sicurezza, affidabilità dall’altra. E va bene, possiamo dire che acconterebbe quasi tutti.

E così hai reinvestito una prima rata di 40 mln.

Mi preoccupa però, un secondo scenario, ovvero il supermarket dei parametri zero, capostipite Davide Di Gennaro. Ma che ci facciamo con un altro Di Gennaro? Perché è arrivato Di Gennaro?

Oggi si faceva il nome di Suso, dimenticando già quello prima che era stato “bloccato” dalla Lazio, altro vecchio ritornello inutile e cioè Luan. Cosa ci divide da quest’altro brasiliano? 25 milioni. 25 milioni ci sono, per essere proprio precisi, ce ne sono 40 più bonus.

Perché è vero, Pipe non è stato messo negli scaffali dell’outlet, per Pipe nessuno ha fatto sconti a nessuno, eppure, anche mantenendo il pugno di ferro, nessuno è mai incedibile.

EPIC FAIL? “I giocatori passano, la Lazio resta”… Quanto ce la vogliamo raccontare? È vero, la Lazio è sopravvissuta a tutto, ma sopravvivere non è vivere.

Lei ci sarà sempre, noi anche, ma abbiamo solo un’interminabile lista di Milinkovic-Savic pronti ad essere ceduti per far diventare il club capitolino un ricettacolo di plusvalenze.

La cessione di Anderson, non è diversa da quella di Keita e Biglia.

Spesso parlo di “grande nome” e qualcuno mi bacchetta perché il nome non significa “piedi buoni”, ma il teatro messo su dalla Juventus per Cristiano Ronaldo, è già di per sè una minaccia verso gli altri, è già di per sè la pubblicità di una stagione, il manifesto della società ed il manifesto conta eccome. L’apparenza spesso inganna, il calcio però vive anche di apparenze, o almeno in questa era gestita dai social e dai milioni.

Claudio Lotito è la pubblicità di sé stesso, a lui basta una platea, una telecamera ed ecco l’immagine della Lazio, non calciatori o allenatori.

Abbiamo fatto parlare solamente per le grandi cessioni, ora è il momento di una grande presentazione, una di quelle pirotecniche.

Sostituzione Anderson cercasi disperatamente, astenersi “scommesse”, giovani sconosciuti ed i non praticanti come Neto/Jordaö.

 

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